ODISSEA IN INTERNET (ovvero: come sarebbe andata tra Ulisse e Penelope se avessero avuto i nostri mezzi di comunicazione, passando dal telefono a gettoni al social-network, nella durata dell'Odissea)...
- Pronto,Ulisseee?! Sono Penelope! Siete già sbarcati a Troia?
- Ciao Penelope (*pensato:"Che rottura di Pallade!”) No, tesoro: abbiamo fatto scalo a Lemno…Scusa, ho il cellulare quasi scarico. Ti chiamo appena posso, magari da un telefono a gettoni, qui al porto, okay?
- Sì amore! Ma che bella invenzione, questicellulari…Mi ricordoquandononc’erano, anzi eranopochissimi, unadecina dianni fa, comefacevamo a sentirci e tiricordi quando eravamofidanzati col telefonofisso,non c’erano glisms, comesonocomodi…!
- Ciao Penelope!...A presto! (*pensato:”Meno male che è scoppiata la guerra, guarda...")
…
- Pronto Ulisse, amore...come stai?...-
- Ciao Penelope...(*pensato:"Ancora...! Ma lasciami perdere…Per favore…") Ciao tesoro...ti sento male, ho poco campo,siamo accampati, ieri c'è stata battaglia campale...
- Eccomesta andando? Voi siete a Troia da 10 anni, un assedio interminabile...Ma qua la televisione Achea non cifa sapereniente... E' tuttomisterioso...
- Scusa tesoro, ma il mio nuovo smartphone prende male...Perchè non ti connetti al blog "Achei.blogspot”?
- E cos'è? -
- Adeguati, cara…Ma come? Non conosci i gruppi di discussione su internet, le virtual communities, i web logs? Devi stare al passo coi tempi. Sul blog trovi tutte le notizie, i comunicati di Agamennone...La nostra “mission” per esportare la giustizia e la democrazia ai Troiani. La nostra è una guerra giusta!
- Ah, sì? Qua a Itaca si dice che voisiete là per squallidi motivicommerciali...Se conquisterete Troia, la Grecia potrà controllare i traffici marittimi tra l'Egeo e il Mar Nero! Un bell’affare! E poi anche Achille…Nonsicapisce se è morto,sidice che è stato colpito nel tallone, unico puntovulnerabile…
- Achille è vivo, ha preso una frecciata nel tallone, ma come tutti sanno, il suo unico punto vulnerabile è il lobo dell’orecchio sinistro! Quindi sta benissimo! Abbiamo invece beccato Ettore, un volgare assassino che aveva ucciso Patroclo, in un attentato.
- Mah, non so, Ulisse…mipare sempre che tu minascondalaverità. E anche la televisione, penso che dica unsaccodibugie da molti anni in qua…Quanto al “blog”, vedrò di chiedere a Telemaco...I giovani sono semprepiùavanti con queste cose...
- Ti sento malissimo cara...Comunque, non sforzare troppo il cervellino, che poi fai brutti pensieri…E ricorda che noi siamo i buoni, i nostri nemici sono figli di Troia.
...
- Penelope…sei in chat? (*pensato:”Speriamo di no…”)
- Eccomi… Ulisse!!! Amore!!<3 Dov’eri finito? Sono giorni che non mi scrivi!!
- Hem…Ero…ero “invisibile”: adeguati cara…ancora non conosci tutte le funzioni di Skype? Questo nuovo software è una meraviglia…Telefoni gratis!
- Scusami,Telemaco mi ha installato il programma sulportatile, ma ancora non losousare. Quando torni? Ormailaguerra èfinitadaunanno! Sono tuttiacasa…E tu? ;)
- Abbiamo avuto dei problemi con il sistema di navigazione, cara…Partiti da Troia, siamo finiti in una comunità di tossici: tutto il mio equipaggio ha cominciato a farsi di brutto con certi fiori di…”loto”, mi pare si chiamino…-
- E tu? Tiseidrogato puretu? Non c’hai neanchepiù l’età...
- No, no…comunque stiamo ripartendo. Ci sentiamo presto…(*pensato:”Sssee…aspetta e spera! La vacanza è ancora lunga!”)
...
- Ulissecaro… <3 Ma perché non ti sei fattosentire? Seisempre invisibile
- Scusa, in questi giorni eravamo in una grotta e non avevo campo…Avevamo trovato in internet questo villaggio vacanze, vicino al mare: bed and breakfast, natura selvaggia, pecore per il latte fresco…Fighissimo dico! Ma poi è arrivato il proprietario: enorme, con un occhio solo in fronte…
- Oh, è arrivato un Ciclone...
- Ma quando mai?Il tempo era ottimo...
- Ma sì, un Ciclone: unodiquei giganti con un occhio infronte...
- Penelope…quelli sono i Ciclopi! Guarda su wikipedia, la libera enciclopedia online: è già in
rete da qualche anno…
- Uli, tu mi parli di cose chenonso…Tu giri il mondo, tuttequeste novità nonleconosco
- Comunque guarda, è arrivato il ciclope e ci ha chiusi dentro: voleva cenare con il mio equipaggio
- Beh, vi ha invitato a cena...E' statocarino.
- Più che altro, è stato cannibale...
- Oh mio Zeus! Raccontami…
- Vorrei potere chattare ancora con te, amo…Ma purtroppo sono nel pieno di una tempesta, un certo Eolo mi ha dato un otre pieno di vento…
- Copriti enonprendere freddo! Intanto continuo a tessere una tela chestofacendo in questi giorni...Ti amo! <3
- Va bene, ciao…(*pensato:”Ma perché…perché…”)
…
- Ehy, Ulisse…Ciao caro. Sei sempre alla pensione “Calypso”, nell’isola di Ogigia?Le mie amiche su Twitter dicono che te lastai spassando da anni...che miprendi per il kouros...Dicono che anni fa, hai fatto pure un figlio, con una certa Circe...Ma chiè? =(
- Ma lascia perdere Twitter! E' solo un'accozzaglia di pettegolezzi! Circe è una maga che ha trasformato i miei compagni in maiali.
- ??? Ha!Ha! Ha!Ha! Ha!Ha! Ha!Ha! Ma dove le inventi? Massì, hai ragione...Non devo credere a tuttelechiacchiere del web... =D
- Ecco, Brava ...Ma tu perchè sei sempre appiccicata a internet, adesso?
- Guarda, tesoro...vitaprivata zero...Sto sempre chiusa in camera...Meno male che ci sono degli amici, chevengono a trovarmi...Ti saluta Antinoo…
- Grazie, Penelope, ricambia…Ehi!!! Cosa ci fa Antinoo in camera tua?!?! Accendi la webcam, se non ti dispiace (*pensato:”Ma che succede?...”)
- Non posso, Uli…Lawebcam non so come si usa… =(
- E adeguati, cara!! Vabbèh, chiedi a Telemaco, al solito…Sei proprio ignorante di nuove tecnologie…Ma comunque raccontami, che state facendo, lì?
- Dài, non fare il gelosone…Sto tessendo una tela, te l’ho detto…Qui ci sono un centinaio di proci, sono giovani, simpatici, si canta, si mangia…
- Si mangia?!? E chi paga? :-O
- Ma non pensare a queste cose…Divertiti, riposati, se sei felice lo sono anch’io. Ti voglio bene… = *
- Sì, sì, certo…Ti voglio bene anch’io, grazie…(*pensato:”Qua, gatta ci cova…”)
…
- Penelope, amore <3! Ti ho mandato un poke su Facebook…Ci sei? <3
- Ciao Ulisse…Era ora che ti facessi vivo…Ti piace il mio nuovo profilo, sulla timeline? =))
- Sì…Devo dire che non è male. Anche se il nome “Penelope regina Tanto sola” non mi piace molto…Perché poi, quelle foto sulla tua bacheca? :-/
- Quali? =)
- Quelle dove sei nuda sulla spiaggia di Itaca. Tutto il mio equipaggio le vede dall’iPad e le ha condivise. Che cavolo di gusto c’è a fotografarsi di continuo e a mettere in piazza i fattacci propri, in questa maniera? Non capisco questa mania, e non mi piace questa storia… :-( :-( :-(
- Adeguati, caro…Mi sento molto cambiata, sai? Mi sento più libera, più smart, più cool…E’ il villaggio globale…Devi stare al passo coi tempi. Piuttosto, a proposito di storie…Dov’è che sei finito? E’ dalla fine della guerra che prometti di tornare. Sono ormai dieci anni che mi racconti storie, appunto…! =P
- Nessuna storia, cara! Tu, piuttosto…Cos’è quel tuo commento sul post di Antinoo:”Caro, ho scoperto che voi non siete affatto proci!...e tu sei quello meno procio di tutti. <3 “
- Mah, niente…Te l’ho detto, qui non ci sei, i proci sono stati così gentili a venire a tenermi compagnia…Sai, non esco mai, la sera. Capisci a me… =D
- Domani mattina arrivo! Ciao. |:-(
- Non sarai mica geloso, Uly…Ulisse…? Sei ancora connesso? >(' )
...
NOTIZIARIO DELLE 07.30: Buongiorno gentili telespettatori, purtroppo apriamo questa edizione del telegiornale con un gravissimo fatto di cronaca: ieri notte, presso il Palazzo Reale di Itaca, un mendicante che dichiarava di chiamarsi Ulisse, figlio di Laerte, ha trucidato 100 giovani proci, tutti appartenenti all'alta società greca. Le forze dell’ordine hanno arrestato e poi rilasciato l’individuo. A quanto pare, il cane Argo avrebbe riconosciuto la vera identità del pluriomicida, ma è purtroppo deceduto prima di potere essere interrogato. Fin dalla prima mattina, frotte di curiosi sono giunte sul posto per ammirare la strage. Tutti i particolari e le foto più efferate del massacro sul nostro sito www. Itaca 1. net.
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ODISSEA NELL' IDEA
Esiste un’azienda, nota in tutto il mondo per i suoi mobili in scatola di montaggio: per non fare pubblicità, la chiameremo “IDEA”.
In vari capoluoghi di provincia, la IDEA ha i suoi punti vendita, dove confluiscono folle di visitatori: alcuni amano lo stile semplice e funzionale di IDEA, altri sperano solo di risparmiare, altri ancora abitano in una casa grande come una cabina telefonica, e vorrebbero sistemare tutto l’arredamento in una superficie abitativa sufficiente per un criceto. E qui, vorrei aprire una parentesi: le case odierne, vanno sempre più avvicinandosi alla casa di Barbie; sono cioè, sempre più piccole e miniaturizzate. Secondo i progettisti attuali, evidentemente, la specie umana ha le dimensioni di un ananas, è capace di strisciare tra i sanitari del bagno, e vive in casa solo per il tempo necessario a dormire, mangiare e fare la cacca. Se potessero, ci farebbero dormire appesi nell’armadio, insieme ai vestiti, per risparmiare gli spazi. Sono convinto della necessità di ridurre l’impatto antropico sul pianeta, a cominciare dall’area delle case e dunque dell’ estensione delle città … ma temo che dietro questo costruire case sempre più piccole ci sia soltanto un motivo di affari. Ma questa, è un’altra storia.
Ero stato un paio di volte alla IDEA e ne avevo un ricordo gradevole: mi piace il design e mi interessa lambiccarmi il cervello su come arredare razionalmente un ambiente, nel modo esteticamente più valido. Consideravo un centro commerciale IDEA un luogo ameno, dove svagarmi senza lasciare a casa i neuroni. Quando la mia ragazza mi chiese di accompagnarla a visitare l’IDEA della nostra zona, risposi allegramente di sì... soprattutto perché con lei sarei andato ovunque. Ma anche questa, è un’altra storia.
Andammo quindi all’ IDEA di Bari. Per chi venga da sud, le indicazioni sono molto chiare e precise: man mano che ci si avvicina, i cartelli neri con la scritta gialla IDEA suggeriscono a intervalli regolari che il centro IDEA è più avanti, proseguire dritti. Dopo un po’, si supera Bari, Il Gargano, si arriva in Svizzera, si può fare il giro del pianeta e tornare in Puglia… Ma il centro IDEA non c’è; semplicemente, l’uscita da imboccare, è segnata in modo anonimo come “centro commerciale”: e, per malvagia combinazione, dalla strada si vede una caterva di centri commerciali, nessuno dei quali è IDEA. Quindi, si tira dritti… Cercavo di rassicurare la dolce creatura al mio fianco, in macchina, che non ci eravamo persi sul serio. Cominciavo però a temere di vedere comparire dai finestrini le cime delle Alpi o le Piramidi. Ma non era possibile, le dicevo, che un’azienda seria come IDEA adoperasse una segnaletica simile…IDEA è il simbolo della razionalità, della funzionalità…non poteva poi creare una cartellonistica così idiota, non poteva crollare proprio sul primo gradino del rapporto con la clientela…Non poteva… La cartellonistica, evidentemente, era opera dell’ente gestore della cartellonistica stradale. E’ un dubbio, questo, che mi avvelenerà la vecchiaia, lo sento. Alla fine trovammo l’uscita giusta dalla superstrada… ma solo grazie ad una telefonata della consulente d’arredo IDEA, con cui avevamo appuntamento ormai un’ora prima. Fino all’ultimo tornante, la cartellonistica cercò di crearci dei guai, facendoci compiere delle simpatiche deviazioni su corsie improbabili, inversioni a “U”, rotatorie verso altre direzioni.
Alla fine, come naufraghi, approdammo al grande parcheggio del centro commerciale. Davanti a noi, sorgeva un fabbricato enorme, con un ingresso colorato, classico da centro commerciale, appunto. Entrammo lieti. Chiedemmo informazioni giulivi. Salimmo al piano superiore sereni. E ci perdemmo di nuovo.
Un labirinto di padiglioni, separati da pannelli in formica colorata, si estendeva informe a perdita d’occhio…Ovunque volgessi lo sguardo, ci attorniavano assembramenti di poltroncine, tende, mobili, puffi di peluche, e ancora lampade, alberi di legno, ceste di topi di pezza ed ogni diavoleria partorita dal cervello aberrato di un progettista sadico. Dov’era la consulente di arredo, che ci aspettava ormai esanime? Notammo una mappa…”Ecco” dissi alla mia ragazza, indicando il percorso” noi siamo qui…” Lei guardò il pannello con aria interrogativa. E percepii tutto il suo smarrimento: il percorso tratteggiato era assolutamente incomprensibile; sembrava il tracciato del volo di una mosca, ma una mosca bendata, strafatta di acidi e con turbe mentali. Cominciammo ad addentrarci nel caos; da soli, in famiglie rumorose o in coppie stralunate, un campionario di varia umanità si aggirava nell’esposizione; ci compariva davanti di tutto, tranne l’ufficio assistenza clienti; attraversammo il reparto camerette per bambini, dai colori per psicopatici e fummo inghiottiti da un padiglione costellato di librerie in formica. Ai lati, minuscoli salottini arredati, gabinetti che saltavano fuori dall’ armadio, letti-scrivania e tappeti in materiale rustico indefinibile (forse fibra di caribù o pelo di abete). Notammo, durante il nostro girovagare allucinato, un divano-letto appeso al muro, che ci piaceva molto: quando lo rivedemmo per la terza volta, capimmo che stavamo girando in cerchio. Dopo molte richieste di informazioni e parecchi giri e svolte, trovammo finalmente la nostra consulente di arredamento, alle cui orecchie ormai pendevano due lunghe ragnatele ed aveva la faccia coperta di polvere. Mentre la mia ragazza e la consulente discutevano, io sentii una emergenza fisiologica: dovevo andare al bagno… Ma avevo il terrore di perdermi. Dove diavolo erano le toilettes? Mi avviai seguendo i cartelli. Notai, ad un certo punto, che sul pavimento c’erano delle frecce disegnate, che indicavano il verso di percorrenza. Ancora, commisi l’errore di usare la logica e di supporre che fossero il tracciato del percorso indicato sulla mappa. Fu così che mi persi sul serio. Incrociai, ad un tratto, un pallido signore dall’aria esasperata, che ormai parlava da solo, completamente impazzito:”Ma dove cazzo si esce?” “Non so” gli risposi “ma sono cinque minuti che sto girando in cerca dei cessi”. Ci lasciammo così, con questo breve e drammatico scambio di battute. Trovai infine i bagni, al termine di un corridoio piuttosto ben dissimulato vicino al ristorante. “Logica IDEA” riflettei “dove trovare i gabinetti? Vicino al ristorante: prima mangi, poi caghi”. Ero un uomo felice. All’uscita dei sevizi, sul muro, campeggiava un distributore automatico di spazzolini e dentifrici. “Indispensabile” pensai “all’uscita di un bagno pubblico, un distributore di spazzolini e dentifrici, vicino al ristorante”. Ormai ero dentro il meccanismo, a quel punto potevo capire e prevedere le mosse del nemico. Pensai che, se avessimo comprato due pigiami, io e la mia ragazza avremmo potuto trasferirci e vivere nel centro IDEA; e dormire lì, nel divano letto che ci piaceva tanto: appesi al muro…Per risparmiare spazio, logicamente.